Aprile 2005 |
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di Luca Gandolfi |
[Articolo del 13.04.2005]
Elezioni regionali: analisi dei risultati in Zona 5 e a Milano
È
già trascorso un mese dalla tornata elettorale delle regionali che a livello
nazionale ha visto la vittoria per 11 a 2 della coalizione di centrosinistra
sotto il simbolo dell’Unione. Più che una vittoria sarebbe più opportuno
parlare di un trionfo!
Purtroppo
una delle due sconfitte dell’Unione è avvenuta proprio nella nostra regione
che ha visto riconfermare per la terza volta Formigoni alla carica di Presidente
della Regione Lombardia.
Lo
schieramento del centrodestra ha ottenuto il 53,4% dei consensi (2.606.687
voti), contro il 43,6% dell’Unione per Sarfatti (2.126.189 voti). Quasi dieci
punti percentuali di distacco che, anche se non sono pochi, rappresentano però
una vittoria morale anche per gli sconfitti che recuperano più di 12 punti
percentuali rispetto alle regionali del 2000 quando lo schieramento per
Martinazzoli aveva avuto il 31,5% dei consensi (1.692.474 voti) mentre Formigoni
aveva ricevuto 3.355.803 voti peri al 62,4%.
Ha
ragione Sarfatti a parlare di “terremoto elettorale” anche in Lombardia,
anche se questa forte scossa non è bastata a fare crollare il castello di
Formigoni che, comunque, si ritrova assai indebolito.
Non
è però nostra intenzione soffermarci troppo sul risultato a livello di Regione
su cui è già stato detto molto. Pertanto, la nostra analisi del voto si
concentrerà principalmente sui risultati che riguardano Milano ed in
particolare la Zona 5, con un occhio anche ai risultati dei candidati che il
territorio della nostra zona proponeva.
Per
quanto concerne il territorio di “tutta
Milano” il sito del Comune (www.comune.milano.it)
nella sezione dedicata alle elezioni regionali riporta la vittoria di stretta
misura dello schieramento di Formigoni
con il 49,8%, contro l’Unione per Sarfatti che ottiene il 47,9%. Meno di due punti percentuali di differenza.
Va
rilevato che il sito del Ministero dell’Interno (www.interno.it)
riporta un dato leggermente diverso per la “circoscrizione di Milano”, con un maggiore equilibrio tra i
due schieramenti: Formigoni per la Lombardia 48,7%
(821.223 voti); l’Unione Lombardia per Sarfatti 48,4% (814.639 voti).
Un
dato che possiamo comparare con quello delle regionali
del 2000 (fonte sempre del Ministero dell’Interno), occasione in cui nella
circoscrizione di Milano lo schieramento per Formigoni aveva preso il 60,0%,
pari a 1.311.057 voti; mentre la coalizione per Martinazzoli (di cui non
facevano parte i Comunisti Italiani) aveva ottenuto il 33,2% (724.518). Insomma,
i numeri parlano chiaro: a Milano il centrodestra ha subito un vero e proprio
tracollo e il sorpasso del centrosinistra, tanto atteso e desiderato, è lì a
un passo.
Un
tracollo che nella circoscrizione di Milano è imputabile al crollo di Forza
Italia che passa dal 36,3% (682.568 voti) delle regionali del 2000, al 26,5%
(356.355 voti) delle regionali del 2005, perdendo anche lo scettro di primo
partito in favore di Uniti per l’Ulivo che ottiene il 27,8%, pari a 374.336
voti.
Torniamo
ora a fare riferimento come fonte al sito del Comune di Milano perché ci
fornisce un dato estremamente interessante, cioè i risultati elettorali
riferiti ai territori delle nove Zone del Decentramento di Milano. Il bilancio è di 6 zone al
centrodestra (Zone 1, 2, 3, 4, 7, 8) e 3 al centrosinistra (Zone 5, 6, 9), anche
se in quattro casi sarebbe più opportuno parlare di pareggi poiché la
differenza è d’avvero minima.
Nella
nostra Zona 5 ha vinto l’Unione per
Sarfatti allo sprint sul filo di lana: 48,85%
per l’Unione contro il 48,69%
per Formigoni. Insomma, uno di quei casi che in realtà sarebbe più
corretto definire un sostanziale pareggio. Nella nostra Zona 5, FI è ancora il
primo partito (28,19) ma è quasi stato raggiunto da Uniti nell’Ulivo
(26,29%); al terzo posto, nettamente staccato dai primi due, c’è AN con
l’11,37%, seguito dalla Lega Nord (7,45%) e da Rifondazione Comunista che con
il 7,35% è di più di un punto al di sopra di quanto ottenuto a livello
cittadino (6,96%) e di quasi due punti rispetto al risultato regionale (5,7%).
Seguono i Verdi con il 4,18%, notevolmente migliore rispetto al 2,9% ottenuto a
livello regionale; i Comunisti Italiani con il 3,66%, anche loro con un
risultato superiore rispetto a quello ottenuto a livello regionale (2,4%);
l’UDC che in zona prende solo il 3,15% invece del 3,8% a livello di regione; i
Pensionai con il 2,45%; l’Italia dei Valori che con l’1,96% ottiene il
migliore risultato tra le nove zone del decentramento, superiore all’1,4%
ottenuto sia a livello cittadino, sia regionale.
Vediamo
ora come è andata ai candidati espressi dal territorio della nostra zona (quelli che
conosciamo).
Iniziamo
dall’Italia dei Valori che vedeva candidati in regione entrambi i consiglieri
di zona 5 in carica, Bruno Pioli e Mauro Villa. Nessuno dei due è riuscito
nell’impresa. Pioli è risultato 6° nella circoscrizione di Milano con i suoi 225
voti di preferenza, di cui 80 presi in Zona 5 (il primo in zona per l’IdV);
mentre Villa è giunto 8° con 92
preferenze (40 in Zona 5). Troppo poco per poter competere con le 1321
preferenze di Zamponi, unico eletto in consiglio regionale per l’Italia dei
Valori.
Niente
da fare neanche per Renata Sparacio (DS, sinistra ecologista) nello schieramento di
Uniti nell’Ulivo. Nulla ha potuto con le sue 327 preferenze contro i candidati
forti trainati dai partiti ed è giunta al 17° posto a livello di
circoscrizione Milano, ottenendo però un onorevole 10° posto a livello di Zona
5 con 83 preferenze.
Anche
Alessandro Rizzo dei Comunisti
Italiani non è riuscito ad entrare in consiglio regionale: è giunto 12° con
127 preferenze a livello di circoscrizione Milano.
Non
ce l’ha fatta neppure Ettore Tenconi della Lega Nord, che a livello di circoscrizione
Milano è giunto 8° con 566 preferenze, di cui 306 prese nella sola Zona 5.
Rimangono
quindi da fare solo alcune riflessioni rivolte al futuro: il prossimo anno si
elegge il Sindaco di Milano e si rinnovano i Consigli di Zona.
Per
quanto riguarda le comunali la battaglia si preannuncia in sostanziale parità e
quindi con prospettive di cambiamento rispetto all’attuale maggioranza che
governa Milano. Per battere finalmente questo centrodestra sarà però di
fondamentale importanza sia lavorare sul programma, sia la scelta di un
candidato in grado di assicurare un valore aggiunto alla coalizione.
Bisognerà
anche prestare finalmente attenzione al metodo con cui si sceglierà il
candidato Sindaco dell’Unione ed è ferma convinzione del sottoscritto (e non
solo del sottoscritto) che non si possa e non si debba più rinviare nel tempo
l’attuazione di quel metodo di selezione che la base chiede ormai da diverso
tempo: le primarie.
E visto che si tratta di una richiesta che proviene dalla base credo sarebbe opportuno che le primarie venissero adottate anche per la scelta dei candidati a ricoprire la carica più vicino ai cittadini, quella di Presidente del Consiglio di Zona. So che per questa proposta vi sono già dei pareri favorevoli in alcune delle forze politiche di centrosinistra a livello di zona 5. Speriamo che anche chi ancora tentenna si convinca della bontà di tale scelta.
Luca Gandolfi
Consigliere di Zona 5 (indipendente di CenstroSinistra)