- Anno XV  N° 2 - Febbraio 2011 - Pag. 1 e 4                             

Nome e gestione nuovi per la Casa della Pace

 

milanosud2011_02feb_p1.JPG (199256 byte)Il Consiglio Provinciale di Milano del 27.1.2011, il cui orario inizio è stato posticipato alle 16.00 per onorare la Giornata della Memoria con una cerimonia presso il Binario 21, è iniziato con la proiezione di un filmato preparato dagli studenti dell’Istituto Canizzaro di Rho relativo alla visita organizzata dalla Provincia al campo di concentramento di Auschwitz.

milanosud2011_02feb_p4.JPG (249663 byte)La maggioranza ha scelto di mettere in discussione proprio in questa data così significativa la Delibera n° 52/2010 sulla Casa della Pace. Una scelta – siamo portati a ritenere – non del tutto casuale. Come pure non possiamo ritenere casuale il fatto che a illustrarla in aula sia stato proprio il Presidente della Provincia, Guido Podestà, che ha focalizzato il suo intervento solo sull’aspetto del cambio della denominazione, tralasciando qualsiasi accenno sui mutamenti delle modalità di gestione previsti nella proposta di delibera fortemente voluta dalla sua parte politica. Podestà, nei due minuti e quattro secondi del suo intervento, ha sostenuto che c’è un abuso del termine “pace” e “un utilizzo terzomondista che falsa il termine pace. […]. Non è usando in questo modo il termine pace che si va verso una pace nel mondo.” Queste sarebbero le ragioni profonde per cui la maggioranza di centrodestra ha deciso di cambiare il nome alla “Casa della Pace” proponendo di inserire nella nuova denominazione l’uso del sole e della luna che sono parte dello stemma della Provincia di Milano. Una motivazione scarna, definita “asciutta” dai consiglieri di maggioranza, e “insufficiente” da quelli di opposizione.

A noi sinceramente sfugge cosa ci sia di così negativo nel fatto che una struttura dove si svolgono incontri culturali e si creano momenti di aggregazione si chiami “Casa della Pace”. La pace è uno di quei valori universali a cui tutti dovrebbero ispirarsi. Non è e non deve essere connotata politicamente. È patrimonio dell’umanità. Un obiettivo che dovrebbe essere condiviso. Perché cancellarla dalla denominazione di una struttura che deve essere patrimonio di tutti? Questi sono quesiti e ragionamenti che abbiamo posto e che sono rimasti senza risposta.

Risparmiamo ai lettori il resoconto dettagliato delle tre ore e mezzo durante le quali noi dell’opposizione abbiamo cercato, entrando nel merito della delibera, di far ragionare la maggioranza.

Ben cinque gli emendamenti presentati dall’opposizione. In essi si proponeva di sostituire la nuova denominazione scelta dalla maggioranza “Spazio del sole e della luna” con “Spazio Puecher” per rendere onore alla figura di Giancarlo Puecher, giovane partigiano cattolico fucilato nel 1943 dai fascisti quando aveva solo 20 anni. In un altro emendamento si proponeva una diversa composizione del Comitato di Gestione in modo che fosse possibile una maggiore partecipazione delle realtà del territorio e delle istituzioni, invece di una modalità tutta centralizzata come quella predisposta nella delibera. In un altro ancora si chiedeva semplicemente di aggiungere alla frase “… nel campo dell’arte e della cultura” anche “e della musica”. Nulla da fare. La maggioranza si barricava dietro un muro, mostrando una totale assenza di volontà di ascolto e di dialogo. Respinti tutti gli emendamenti. Respinta anche la richiesta del consigliere Casati (PD) di rinviare nuovamente in Commissione per verificare la possibilità di individuare una modalità di gestione diversa da quella prevista in delibera. Ignorata del tutto la richiesta del sottoscritto consigliere Gandolfi (IdV) di ritirare del tutto la delibera.

Quello che è peggio, sono stati di fatto ignorati i risultati positivi che in questi anni ha prodotto questa struttura che per le modalità con cui è stata gestita è divenuta un punto di riferimento per il territorio e per la cittadinanza non solo del quartiere, non solo della Zona 5, ma di tutta Milano e, in alcune occasioni, ha visto anche la partecipazione di cittadini provenienti da altri Comuni della Provincia.

Nei vari interventi abbiamo insistito sul fatto che quella struttura, proprio grazie al lavoro positivo svolto in questi anni, sia ormai da tutti riconosciuta come la “Casa della Pace”. Si parla spesso di legame col territorio, ebbene se un territorio manifesta di gradire quello che si è fatto in una struttura pubblica e di riconoscerla in un nome che racchiude in se un termine che dovrebbe essere patrimonio di tutti come la pace, perché dovrebbe cambiare nome? Perché dovrebbe cambiare modalità di gestione?

Ho anche fatto notare che il nome scelto dalla maggioranza “Spazio del sole e della luna” è terribilmente lungo. Studi sociologici e di marketing dimostrano che è sempre meglio scegliere nomi brevi e facilmente riconoscibili. “Casa della Pace” rispondeva a questi criteri e aveva in più ormai un legame consolidato col territorio e quindi una riconoscibilità acquisita sul campo; discorso analogo anche per “Spazio Puecher”, l’alternativa proposta da noi dell’opposizione su suggerimento delle associazioni che in questi anni hanno operato nella struttura. Nulla da fare. Anche questi rilievi rimanevano lettera morta, se non fosse per una conferma involontaria da parte del consigliere Marzullo (PDL) che mentre interveniva nel dibattito del quinto emendamento, volendo citare la nuova denominazione si fermava a metà, dimenticandosi il resto del nome e dovendolo leggere sulla delibera.

La maggioranza ha approvato la delibera con 24 voti favorevoli (PDL, LN), 12 contrari (PD, IDV, AP/PRC/PDCI), nessun astenuto.

La morale è che la maggioranza può fare e votarsi tutte le delibere che vuole imponendo la legge dei numeri, ma non potrà mai cambiare quello che è nel cuore dei cittadini che in questi anni hanno frequentato la “Casa della Pace” e per i quali il nome rimarrà sempre “Casa della Pace”.

  

Luca Gandolfi

Consigliere Provinciale di Milano

Di Pietro Italia dei Valori 

info@lucagandolfi.it

www.lucagandolfi.it

  

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