Milanosud - Anno VIII  N° 1 - Gennaio 2004 - pag. 4                             

Uso e abuso delle DIA: una scorciatoia per scavalcare la funzione dei Consigli di Zona

Concessioni Edilizie: ulteriormente svilito il ruolo del Decentramento 

Sono sempre più frequenti i casi in cui il C.d.Z. si vede scavalcato in una delle sue più tradizionali funzioni, il parere sulle concessioni edilizie stabilito dall’Art. 29 “Consultazioni obbligatorie” e dall’Art. 45 “Edilizia Privata” del Regolamento del Decentramento Territoriale.

Questo accade perché sempre più spesso negli ultimi anni alcuni costruttori edili hanno trovato conveniente procedere all’inizio dei lavori utilizzando lo strumento delle D.I.A. (Dichiarazioni Inizio Attività) o “Super D.I.A.”.

Questo utilizzo smodato delle D.I.A. è avvenuto nonostante il Regolamento Edilizio varato nell’ottobre del 1999 avesse già notevolmente ridotto i tempi di attesa dovuti all’ottenimento delle concessioni edilizie, portandolo dai circa 18 mesi che occorrevano in passato, ai pochi mesi oggi necessari.

Per quanto concerne i Consigli di Zona, l’Art. 130 del Regolamento Edilizio, al punto 1 stabilisce che i C.d.Z. vengono chiamati ad esprimere parere obbligatorio sulle concessioni edilizie per gli interventi di nuova costruzione e per gli interventi di ristrutturazione (con riferimento agli Art. 66 e 67), aggiungendo che “il parere viene espresso entro 15 giorni dal ricevimento degli atti dal Consiglio di Zona interessato”.

L’Art. 29 del Regolamento del Decentramento, tuttora in vigore, dice invece che i giorni di tempo sono 30, limitando tuttavia il parere sulle concessioni edilizie dei C.d.Z. “agli aspetti socio-ambientali e alle eventuali opere di urbanizzazione”.

La tempistica dei 15 giorni stabilita dal Regolamento Edilizio ha creato da subito non pochi problemi ai C.d.Z. per riuscire a dare il parere nei tempi richiesti, prima cioè che il parere cada in silenzio/assenso. In quei 15 giorni bisogna infatti riuscire a riunire la Commissione competente per materia e poi portare il punto in Consiglio, discuterlo e votarlo. Accade non di rado che il C.d.Z. esprima il proprio parere fuori dei tempi previsti.

Bisogna aggiungere che anche quando il parere viene espresso nei tempi prescritti, lo stesso non è vincolante, poiché la decisione viene poi presa all’interno della Conferenza dei Servizi dove giungono tutti i pareri richiesti ai vari enti ed istituzioni.

Insomma, per dirla in parole semplici, il parere dei C.d.Z. sulle concessioni edilizie formalmente conta poco, ma è comunque importante perché quando viene richiesto consente al C.d.Z. di seguire lo sviluppo del territorio di sua competenza ed essendo il C.d.Z. l’istituzione posta a più stretto contatto con la realtà presente sul territorio può (o dovrebbe) costituire un mezzo estremamente importante per capire la realtà socio-ambientale in cui si va ad inserire l’intervento edilizio.

Purtroppo però tutto ciò rimane soprattutto una teoria, perché, come dicevamo in apertura, capita sempre più spesso che il C.d.Z. scopra dai giornali l’esistenza di un importante progetto edilizio sul proprio territorio - come è capitato per via Bugatti (vedi Milanosud di novembre) – oppure grazie alla richiesta di informazioni fatta da singoli cittadini a dei consiglieri di zona su alcuni palazzi in costruzione. È quest ultimo il caso capitato per via Alamanni 8, dove sono già in costruzione alcuni palazzi di 10 piani, senza che il C.d.Z. ne fosse stato formalmente informato. Una cittadina ha contattato tramite e-mail alcuni consiglieri di zona 5, tra cui anche il sottoscritto. Il giorno seguente mi sono recato a fare un sopralluogo e a scattare qualche foto, inoltrando poi (per conto di tutto il centrosinistra) una formale richiesta di documentazione (PG. 897992/2003 del 16.12.2003) per ottenere copia di tutto il materiale più significativo inerente la D.I.A. di via Alamanni 8 “La Residenza del Parco” ed informando dell’accaduto la Commissione competente nella seduta del 16.12.2003.

Sempre nella seduta del 16.12.2003 della Commissione Territorio, Urbanistica, Autorizzazioni e Concessioni Edilizie della Zona 5, il centrosinistra informava di aver già depositato agli atti una interrogazione sulla questione dell’uso delle D.I.A. in cui - richiamandosi ad una mozione presentata dal centrosinistra in Consiglio Comunale il 10.10.2003 - si sottolineava come con l’entrata in vigore del Testo Unico in data 30.06.2003 venissero ampliati i casi in cui è possibile sostituire le Concessioni e Autorizzazioni Edilizie con le D.I.A., aggravando così un problema già esistente e che, di fatto, comporta uno scavalcamento di una delle prerogative dei C.d.Z. che era appunto il parere sulle Concessioni Edilizie inerenti il proprio territorio di competenza, ponendo in essere uno svilimento del ruolo del Decentramento e dei C.d.Z. di Milano.

L’interrogazione terminava con le seguenti richieste: 1) per il futuro, l’invio al C.d.Z. di tutta la documentazione inerente le D.I.A. richieste nel territorio di competenza della zona e i progetti a cui le stesse fanno riferimento; 2) l’elenco di tutte le D.I.A. richieste dal 01.01.2002 ad oggi.

L’interrogazione vuole anche essere un modo per sollevare formalmente il problema, dopo che già più volte in C.d.Z. e in Commissione lo si era posto con interventi verbali. Un problema che abbiamo avuto l’impressione sia sentito anche dalla maggioranza ed in particolare dal Presidente della Commissione Territorio della Zona 5.

Speriamo che in futuro questo possa portare ad un testo condiviso da maggioranza e opposizione che possa dare luogo a una delibera all’unanimità del C.d.Z. 5, con l’ulteriore speranza che venga poi ripresa anche dagli altri C.d.Z. di Milano.

Sarebbe un importante segnale di democrazia che parte dal basso per giungere alle orecchie (spesso turate) del vertice.

Luca Gandolfi

Consigliere di Zona 5 (indipendente di CenstroSinistra)

info@lucagandolfi.it

 

l titolo originale dell'articolo era:

DECENTRAMENTO: FUNZIONI E POTERI

Con le D.I.A. i C.d.Z. vengono "scippati" di una delle loro funzioni

Si moltiplicano i casi in cui, con la presentazione delle D.I.A. (Dichiarazioni Inizio Attività), non viene più chiesto il parere del C.d.Z. sulle concessioni edilizie. Il C.d.Z., “scippato” di uno dei suoi compiti, perde il controllo del territorio.