Milanosud - Anno VI  N° 10 - Novembre 2002 - pag. 6                             

Concessioni di locali scolastici: le formulette magiche

LA SCUOLA RIAPRE LE PALESTRE

L'ORIGINE DEL PROBLEMA - Pochi a luglio avevano capito la portata del problema, quando era giunta alle zone di tutta Milano una Determinazione Dirigenziale della Direzione Centrale Decentramento e Autorizzazioni (n°11/C del 02/07/2002) nella quale si stabiliva la procedura per la concessione degli spazi pubblici multiuso e dei locali scolastici. La questione era originata dalle ultime righe del punto 5 di questo documento, dove si precisava che: "Nel caso di parere favorevole del Consiglio di Circolo o d'Istituto, il Capo d'Istituto deve allegare al parere una dichiarazione dalla quale risulti che i locali scolastici da dare in concessione sono idonei, sul piano della sicurezza, allo svolgimento delle attività per le quali la concessione viene richiesta."

I Capi d'Istituto, ovviamente, non essendo dei tecnici, non se la sono sentita di assumersi tale responsabilità e non hanno firmato. Il risultato è stato che i corsi organizzati dalle associazioni sportive che si sarebbero dovuti tenere nelle palestre scolastiche sono stati bloccati sul nascere. Sorte analoga è toccata ai corsi che le varie associazioni culturali avrebbero dovuto svolgere nelle aule scolastiche.

Quelle stesse palestre e quelle stesse aule che durante il giorno sono piene di alunni, alcuni dei quali avrebbero voluto seguire i corsi delle associazioni sportive e culturali, ma ai quali è stato impedito l'accesso perché qualcuno ha preteso che i Capi d'Istituto si assumessero l'onere di una responsabilità sull'idoneità dei locali scolastici dal punto di vista della sicurezza, dopo che per anni le Direzioni Didattiche hanno inviato ai Settori del Comune competenti una serie di documenti in cui chiedevano la realizzazione di numerosi interventi per la "messa a norma" delle scuole. Interventi che solo in alcuni (pochi) casi il Comune ha fatto, lasciando così molte scuole fuori norma. E nonostante questo il Comune ha avuto il coraggio di chiedere ai Capi d'Istituto di assumersi delle responsabilità per delle mancanze che sono del Comune stesso. Troppo comodo!

Grazie a questa bella pensata, a settembre tutto è rimasto drammaticamente bloccato.

 

IN C.d.Z. 5 - Il 16 e poi del 23 settembre sono venuti a porre il problema in C.d.Z. 5 una nutrita rappresentanza delle associazioni sportive che da tempo svolgono la loro attività in zona. La signora Della Penna è intervenuta a nome di tutte le associazioni sportive spiegando che "le associazioni avevano fatto in tempo utile le loro richieste per l'uso delle palestre scolastiche, pagando le relative quote, ma a settembre hanno scoperto di non poterle utilizzare perché la Giunta Comunale aveva deciso che i Capi d'Istituto devono assumersi la responsabilità dell'idoneità delle palestre, pur non essendo dei tecnici. Alcuni corsi sarebbero già dovuti iniziare, ma sono bloccati e i genitori dei bambini protestano con noi".

Le ha replicato il Presidente del C.d.Z. 5 dicendo che "in realtà, in base alla Legge n° 626 del 1994, i Capi d'Istituto avrebbero dovuto già da tempo assumersi tale responsabilità. Ora qualcuno ha deciso di esplicitare quello che già doveva avvenire prima".

 

LA PRIMA SCAPPATOIA - Fatta la Determina, trovata la scappatoia. Prima che la questione fosse risolta, alcuni Capi d'Istituto, per ovviare al problema, hanno trovato utile sottoscrivere delle dichiarazioni di idoneità che rimandassero la responsabilità al Comune. Non sappiamo se tali formule saranno ritenute valide, ma fino a prova contraria rappresentano una scappatoia al problema sorto. Pertanto ne forniamo una a titolo di esempio: "Il sottoscritto […], nella sua qualità di Capo d'Istituto, dichiara che i locali scolastici (palestra, spogliatoi e servizi) oggetto della presente richiesta, sono gli stessi che il Comune di Milano ha messo a disposizione per le attività ginnico sportive per gli alunni di questa scuola e pertanto sono da ritenersi idonei sul piano della sicurezza allo svolgimento delle attività analoghe per cui è stata richiesta la concessione, così come previsto dal punto 5 della Determinazione Dirigenziale della Direzione Centrale Decentramento e Autorizzazioni n°11/C del 02/07/2002."

 

LA SOLUZIONE - Ai primi di ottobre si è svolto un incontro tra l'Assessore al Decentramento, i Direttori di Settore delle nove zone e l'avvocatura comunale. In tale sede si è individuata la soluzione per sbloccare il problema sorto. È stato deciso che la firma del Capo d'Istituto non sarà più necessaria poiché i Direttori di Settore delle nove zone sono stati autorizzati a concedere comunque le concessioni di locali scolastici utilizzando una formula di autotutela che dovrebbe essere più o meno la seguente: "la verifica delle palestre e delle aule scolastiche spetterà al concessionario e sono concesse per svolgere la stessa attività per le quali sono utilizzate negli orari di lezione e fatte salve le disposizioni della Legge n° 626/1994 e ogni limitazione che riguarda il pubblico spettacolo."

Insomma, il Comune sembra aver trovato una "formula magica" per far comunque ricadere le responsabilità sui Capi d'Istituto, senza per altro la necessità di una loro firma. Le attività delle associazioni sportive e culturali sono così salve e possono finalmente avere inizio. Rimane però il fatto che molte scuole, nonostante le ripetute richieste delle Direzioni Didattiche, non siano ancora state adeguate alla normativa vigente (Legge n° 626 del 1994). Il Comune si giustifica sottolineando l'inconfutabile mancanza di fondi. A noi viene in mente però che le Leggi quando vengono emanate dovrebbero avere la necessaria copertura finanziaria. Possibile che in questo caso non fosse prevista? Lasciamo ad altri il compito di dirimere questi aspetti.

Vogliamo però sottolineare come in realtà il problema delle concessioni dei locali scolastici sia stato risolto solo dal punto di vista pratico (è già qualcosa), ma non sotto l'aspetto fondamentale. Le due soluzioni - quella di alcuni Capi d'Istituto e quella del Comune - non sono altro che delle "formule magiche" per scaricarsi a vicenda la responsabilità e se questo è comprensibile per i primi, lo è molto meno per chi governa una città come Milano e avrebbe il dovere legale e morale di rendere a tutti gli effetti idonei i locali scolastici e tutti gli altri edifici pubblici posti sotto la sua responsabilità, adeguandoli alle normative vigenti.

Luca Gandolfi

Consigliere DS di Zona 5

luca.gandolfi@dsmilano.it 

 

Il titolo originale dell'articolo era:

CONCESSIONI DI LOCALI SCOLASTICI: LE FORMULE MAGICHE 

Risolto il problema causato da una Determinazione Dirigenziale della Direzione Centrale Decentramento e Autorizzazioni che aveva bloccato le concessioni di locali scolastici.