Milanosud - Anno V  N° 10 - Novembre 2001

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Che fine ha fatto la "Proposta di studio di piste ciclabili" deliberata dal Consiglio di Zona 5 nel corso del 2000?

LA BICICLETTA E' RIMASTA AL PALO

Parlare di piste ciclabili all'inizio dell'inverno può sembrare fuori stagione, ma non è così. Basti pensare ai freddi paesi del nord Europa, paesi in cui esiste una vera cultura della bicicletta e dove circa il 30% della mobilità urbana avviene proprio grazie alle bici. Rapportato a Milano, il 30% vorrebbe dire circa 180.000 auto in meno che circolano. Purtroppo, oggi come oggi, è solo un sogno, grazie ad amministratori della nostra città incapaci di comprendere le enormi opportunità che offrirebbe la mobilità su bici. Sarebbe infatti già sufficiente riuscire a trasferire sulle due ruote il 10% della mobilità per avere una diminuzione di circa 60.000 auto dal traffico cittadino. Insomma, la bicicletta è a tutti gli effetti una scelta strategica per il futuro della mobilità cittadina. Del resto è la stessa Unione Europea, dopo numerosi studi compiuti, a dare indicazioni in tal senso per la mobilità dei grossi centri urbani.

E Milano cosa fa? Nulla.

Quanti km di piste ciclabili ha Milano? Circa 40 km. Pochi. Una cifra ridicola se paragonata con quella di altre città europee (Monaco di Baviera ne ha più di 800) e comunque assolutamente insufficiente per garantire la sicurezza di chiunque voglia circolare in bici. Nella nostra Milano, infatti, esistono delle piste ciclabili, ma sono isolate e il ciclista dopo averle percorse - e aver fatto lo slalom tra i pedoni che vi passeggiano in mezzo o i motociclisti che vi sfrecciano - si ritrova immerso nel caotico e inquinante traffico cittadino. Per garantire la sicurezza del ciclista sarebbe invece necessaria una rete integrata di piste ciclabili, in grado di fornire un percorso protetto continuo.

Comunque, già oggi la bici costituisce il mezzo di trasporto più veloce per muoversi nel traffico cittadino, dopo le due ruote a motore, ma, a differenza di queste, ha il pregio di non inquinare.

Investire in piste ciclabili e nella mobilità ciclistica, per una città come Milano, è quindi una scelta strategica sotto molti punti di vista: diminuzione del numero di auto che circolano, conseguente riduzione del traffico e del problema parcheggi, migliore viabilità, e quindi anche mezzi pubblici che possono circolare più veloci; minore inquinamento; un valore aggiunto in termini di salute e benessere fisico per chi ne fa uso.

Invece no. Gli amministratori della nostra città si ostinano a non capire e continuano a compiere scelte molto più costose, rimanendo sempre nell'ottica di una città per le auto.

Dal canto suo, il Consiglio di Zona 5 nel corso della passata legislatura aveva approvato all'unanimità - dopo una forte e continua insistenza dei partiti del centrosinistra e dopo il lavoro compiuto tutti insieme in Commissione T.T.V. - la Delibera N° 229/2000 con oggetto "Proposta di studio di piste ciclabili" che chiedeva ai settori competenti (cito testualmente): "di elaborare uno studio di fattibilità o di riprendere studi - progetti già esistenti - allo scopo di realizzare una integrata rete di piste ciclabili […]".

Cosa è successo dopo quel Consiglio di Zona 5 del 19 luglio 2000? Quali risultati sono stati fino ad oggi prodotti? Quali, dei progetti già esistenti all'epoca della delibera in oggetto, sono stati presi in esame? Quando si prevede di poter realizzare una rete integrata di piste ciclabili nella Zona 5, come richiesto nella delibera N° 229/2000?

Queste ed altre domande sono state poste al Presidente della Zona 5 e alla sua maggioranza di centrodestra durante il Consiglio del 27 settembre 2001 in una interrogazione (PG 3487/2001) sottoscritta da tutte le forze politiche del centrosinistra e delle opposizioni.

La sensazione infatti è che il contenuto di quella delibera del 2000 sia rimasto lettera morta, carta straccia a cui nessuno ha dato seguito. Nella speranza di sbagliarci, di essere solo dei diffidenti, e che in realtà qualcuno si sta seriamente occupando di dare contenuto a tale delibera, abbiamo anche chiesto (cito testualmente) "che sia organizzata una Commissione T.T.V. di zona che preveda un incontro con i tecnici del Comune di Milano che si stanno occupando di tali studi per poter prendere visione di quanto fino ad oggi prodotto in applicazione della Delibera 229/2000".

È trascorso più di un mese da quando l'interrogazione è stata presentata e finora nessuno si è degnato di rispondere o di organizzare l'incontro richiesto. Nel frattempo i ciclisti milanesi rimangono, come sempre, in paziente attesa. Un'attesa che si prospetta assai lunga, vista la grande quantità di progetti esecutivi giacenti da anni presso il Comune - molti dei quali predisposti dal Centro Studi PIM con la collaborazione del Gruppo Tecnico di Ciclobby - che attendono solo di essere approvati e mandati in appalto.

Luca Gandolfi

Consigliere di Zona 5 - DS

luca.gandolfi@dsmilano.it 

 

PISTE CICLABILI IN EUROPA

Abbiamo chiesto all'arch. Gian Piero Spagnolo del Gruppo Tecnico di Ciclobby di spiegarci com'è la situazione in Europa.

"In altre città europee ci sono fino ad alcune centinaia di km di piste ciclabili. A Monaco di Baviera si superano gli 800 km. Ad Amsterdam, in relazione alla dimensione dalla città, i km di piste ciclabili sono una percentuale molto alta. Berlino è intessuta di ciclabilità sui marciapiedi e sulle strade a 30 km/h. In Danimarca quasi tutto è ciclabile. In Svizzera, la rete ciclabile nazionale si sviluppa su circa 3000 km, oltre alle reti cantonali e cittadine. In ogni caso tutte le città ciclabili sono dotate di una "rete" e tutte le nuove realizzazioni sono sempre dipendenti da un programma generale, per cui ogni nuovo intervento va ad integrarsi coi pregressi ed è funzionale alla rete generale. Molte città europee hanno il "responsabile della ciclabilità", come pure Ferrara e Torino."

Conclusione: Milano è fuori dall'Europa.

 

PISTE CICLABILI E P.U.T. DI MILANO

Il Piano Urbano del Traffico di Milano (P.U.T.) prevedeva che nel triennio 1999-2001 si realizzassero circa 70 km di piste ciclabili. In realtà quasi nulla è stato fatto.

Già nel 1980 il Comune aveva fatto compiere uno studio per un piano di sviluppo di una rete ciclabile, aggiornato poi nel 1995. La rete ciclabile che si otterrebbe con il programma complessivo individuato, sarebbe di circa 380 km, di cui 135 km di "itinerari principali", 130 km di "itinerari complementari", 85 km di "itinerari di accesso ai parchi o cicloturistici" e 30 km di interesse locale. Di quello studio, fino ad oggi, ne è stata realizzata solo una minima parte. Oggi, nel suo complesso, Milano ha circa 40 km di piste ciclabili.

Come riportato nello stesso PUT (a pag. 97): "è mancato un vero e proprio programma di intervento nel settore, per cui ci si ritrova oggi con diversi km di piste ciclabili, ma scollegati tra loro e conseguentemente poco utilizzabili."

Sempre nel PUT (a pag. 98) si ricorda quanto stabilito dalla Legge N° 366/1998 e finalizzate alla valorizzazione della mobilità ciclistica: "alla Regione è affidato il compito di redigere i piani regionali di riparto dei finanziamenti sulla base di progetti presentati dai comuni, attingendo ad un fondo speciale costituito presso il Ministero dei Trasporti."