La Conca Anno XIII N° 2 - Febbraio 2005 - www.laconca.org - pag. 6
P.R.U. Stadera: presentazione in pompa magna
di LUCA GANDOLFI - info@lucagandolfi.it
Era
l’11 marzo 1999 quando al CST Stadera veniva presentato per la prima volta il
Programma di Recupero Urbano del Quartiere Stadera. L’evento era stato
organizzato dai DS ed in particolare da Aldo Ugliano.
Sono
trascorsi sei anni e la storia si ripete. Il 18 febbraio 2005, infatti, c’è
stata una ennesima (ormai abbiamo perso il conto) presentazione del P.R.U.
Stadera, sempre al CTS Stadera di via Palmieri (che ora si chiama C.A.M.).
Cambiano i nomi dei luoghi, ma i luoghi sono gli stessi. Cambiano alcuni degli
attori. Cambiano le tecnologie e le presentazioni risultano più scenografiche.
Cambiano tanti fronzoli, ma la sostanza è sempre la stessa. Ma allora – ci si
chiede – perché un’altra presentazione di ciò che già si conosce? Perché
presentare in pompa magna un progetto che è già in corso di realizzazione?
La
risposta è semplice: siamo in campagna elettorale! E così ci si fa belli
presentando progetti già presentati 6 anni prima. Ed è per questo che al
C.A.M. Stadera si realizza una parata di stelle (si fa per dire), anche se la
stella più importante ed attesa, il Presidente della Regione Lombardia in
carica (ancora per poco, si spera), il cui arrivo era stato annunciato come se
fosse il messia, decide di non presentarsi, lasciando ad altri l’onore del
palcoscenico. Mister “FormigOil” (come viene definito in un volantino
distribuito proprio davanti al C.A.M. Stadera) non si è visto. Non hanno invece
voluto mancare tutti gli altri. C’erano l’Assessore Regionale all’Edilizia
Residenziale Pubblica, Piero Borghini; il suo predecessore, Carlo Lio; gli
Assessori del Comune di Milano al gran completo: Guido Manca (Periferie e
Sicurezza); Giovanni Verga (Sviluppo del Territorio); e Tiziana Maiolo
(Politiche Sociali). I lavori sono stati condotti dal Presidente
dell’A.L.E.R., Luciano Niero.
Lo
spettacolo non è però andato tutto come avrebbero desiderato questi signori.
All’ingresso sono infatti stati accolti da una manifestazione di protesta con
tanto di striscioni che dicevano “SI contratti, NO sgomberi” e “Diritto
alla casa”. Evidentemente non tutti sono convinti che il P.R.U. Stadera sarà
in grado di risolvere tutti i problemi del quartiere, come cercano di
raccontarci i signori del potere con le loro belle parole e l’ausilio degli
effetti speciali.
Intendiamoci,
il P.R.U. Stadera è un progetto bello e importante che vuole riqualificare una
delle zone più degradate di Milano, un intervento atteso da decenni. Noi non
vorremmo fare i guastafeste o gli uccellacci del malaugurio, ma – viste le
esperienze di questi anni - saremo soddisfatti solo quando avremo visto
terminare i lavori dell’ultimo dei progetti di cui si compone il Programma di
Recupero Urbano dello Stadera; quando tutti gli appartamenti di cui si compone
il quartiere Stadera saranno stati rimessi a nuovo e restituiti a chi vi ha
abitato per tutta una vita o, se vuoti, assegnati a chi ne ha maggior bisogno.
Detto
questo non si possono chiudere gli occhi di fronte a un problema drammatico che
rimane con dei quesiti ancora aperti: che intenzioni hanno il Comune e la
Regione nei confronti delle numerose famiglie di abusivi (circa 200-250) che
oggi sono insediate allo Stadera? A questa importante domanda gli Assessori
presenti si sono ben guardati di dare una risposta. Solo discorsi di reciproco
incensamento con qualche gentile concessione al fatto che – come ha detto
l’Assessore alle Periferie, Guido Manca – “il
PRU Stadera non è di destra o di sinistra, ma è qualcosa di buono per la città”.
Belle parole, ma allora perché non sono stati invitati i consiglieri di
opposizione di Regione, Comune e C.d.Z. 5? Qualcuno era presente, ma solo perché
informato all’ultimo momento e tramite il passaparola.
Terminiamo qui, sperando di poter scrivere tra qualche anno un articolo in cui possiamo smetterla di relazionare di presentazioni trite e ritrite ed annunciare qualcosa di concreto e realizzato. Gli abitanti dello Stadera vogliono qualcosa di più di un paio di diapositive o di qualche filmato di “come sarà il quartiere”, vogliono poter vedere cose concrete, risultati realizzati. Solo in quel momento potremo dirci realmente contenti e soddisfatti.
Pubblicato su LA CONCA - Anno XIII N° 2 - Febbraio 2005 - pag. 6
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